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Make: pubblica l’annuale ‘Guida alla stampa 3D’ e nomina Ultimaker 2 come miglior stampante

Mentre in rete dilagano le polemiche su Rappy, la stampante 3D venduta in fascicoli dalla casa editrice Hachette, la rivista americana Make: ha pubblicato l’edizione annuale della sua ‘Guida alla stampa 3D‘, all’interno della quale sono riportate valutazioni e considerazioni di pochi eletti, designati dalla redazione, che hanno testato 26 differenti stampanti 3D attraverso una serie di test specifici creati con un unico obiettivo: portare queste macchine ai limiti delle loro possibilità.
Dalla ‘Guida alla stampa 3D’ di Make: è emerso anche che negli ultimi tre anni il settore è cambiato radicalmente e che le novità più significative sembrano interessare soprattutto il design di queste macchine. Questione di marketing? Probabile. Anche perché è ormai evidente che questa tecnologia sta raggiungendo un bacino sempre più ampio di utenti.

Nella sua ‘Guida alla stampa 3D’ Make: assegna il primo posto assoluto per qualità di stampa a Ultimaker 2, venduta sull’ecommerce ufficiale a 1.895,00 euro + IVA. Ultimaker 2 è seguita a ruota da Replicator 2 e da Metal Simple e Taz 4 a pari merito sul terzo gradino del podio.
Ecco il grafico con la classifica al gran completo pubblicato su Make:

 

 

Ma quali e cosa sono i parametri su cui si basa la classifica?

XY Resonance (risonanza meccanica relativa agli assi X e Y)
I movimenti della testina sugli assi X e Y possono mandare fuori fase alcuni componenti della macchina. In altre parole una stampante 3D è molto buona quando la sua struttura e i suoi componenti sono in grado di ammortizzare e minimizzare le imprecisioni non volute e dovute al normale utilizzo.

Z Resonance Accuracy (risonanza meccanica relativa all’asse Z)
Stessa questione della XY Resonance, ma è riferita all’asse Z. La risonanza meccanica relativa all’asse Z viene influenzata principalmente dal peso delle parti mobili e dall’usura della madrevite che le sposta.

Backlash (tempo di reazione di un componente)
Si tratta del tempo di reazione di un determinato componente che provoca una sorta di gioco tra le parti meccaniche (per esempio cinghia e puleggia) e denota una certa accuratezza di costruzione e messa a punto.

Bridging
È la capacità e la precisione con cui una macchina è in grado di stampare quello che viene chiamato ‘ponte’, ovvero una parte dell’oggetto senza sotto nulla. Ecco un video che rende bene l’idea.

Fine Features (qualità dei dettagli)
Si tratta della capacità di una stampante 3D di riprodurre anche il più minimo dettaglio del modello.

Overhangs
È la capacità di una macchina di stampare parti ‘in aggetto’, ovvero che appoggiano solo in parte sullo strato sottostante (le orecchie del classico maestro Yoda ne sono un tipico esempio).

Surface: Curved (qualità delle superfici curve)
Surface: General (qualità delle superfici piatte)
Si tratta della qualità della finitura delle superfici curve (nel primo caso) e piatte (nel secondo).
A influenzare il primo parametro è soprattutto la precisione dell’altezza degli strati: più gli strati saranno sottili, più morbida sarà la curva.
Il secondo parametro è invece influenzato da quanto uniformemente il materiale viene estruso, il che renderà più o meno lisce le superfici dell’oggetto stampato.

Tolerance (tolleranza)
Questo parametro, infine, indica le tolleranze dimensionali, vale a dire il margine di errore relativo alle misure effettive dell’oggetto stampato rispetto al modello digitale.

1 pensiero su “Make: pubblica l’annuale ‘Guida alla stampa 3D’ e nomina Ultimaker 2 come miglior stampante

  1. Make: ‘Guida alla stampa 3D’ è da leggere. ciao a tutti Pino P.

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